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2 thoughts on “Destagionalizzare il turismo in una città balneare? Che progetto è?

  1. Signora, credo che sia necessario un aggiornamento, rapido e profondo, dei suoi riferimenti socioeconomici. Quello che lei chiama “turismo” e che restringe al triangolo Porto Recanati- Loreto-Recanati è cosa che non sta né in cielo né in terra. A Porto Recanati il turismo è strettamente stagionale perchè basato esclusivamente sulla vacanza balneare, tanto per il vacanziere di fuori regione, quanto per il pendolare delle località vicine. Alternative non esistono, se non nelle illusioni di qualcuno che probabilmente oggi non riesce a sostenere la riduzione dei guadagni, causa l’aumento dei costi (salvo per chi affitta, magari “in nero”, le seconde case). Quanto a Loreto e Recanati, lì il turismo è strettamente e consapevolmente “mordi e fuggi”, come dicono da sempre i veri esperti del settore; per la verità funziona tutto l’anno, ma pensare che chi va in visita alla casa di Leopardi per esempio di questa stagione, poi venga a Porto Recanati a fare non si sa bene cosa, è un po’… audace.
    La chimerica “destagionalizzazione” ha necessità di iniziative concrete, articolate, non estemporanee e nostalgiche e di strutture alberghiere degne di questo nome perchè all’altezza della ipotetica clientela. Il resto è solo chiacchiere. Anche se “sbarcano” in un consiglio comunale.
    Porto Recanati vive di turismo balneare. Se ne convinca e, piuttosto, faccia in maniera che il decoro cittadino sia sempre al primo posto e per tutto l’anno. Non che ci si “ripulisce” per quando arriva la festa e poi niente!

    1. Commento che denota, a dir poco, notevole arretratezza. Senza scomodare realtà straniere (v. Spagna e Portogallo) è sufficiente dare un’occhiata alla riviera romagnola, Rimini e Riccione in primis, per capire che sin dagli anni ’80 era ben possibile, anche in periodi non prettamente estivi, catturare l’interesse dei turisti e, comunque, dei non residenti.
      Mi rendo conto, comunque, che certi concetti sono decisamente duri da digerire per chi abita in una città dove si è dovuto attendere addirittura il terzo millennio per vedere consentiti sia l’ampliamento dei due chioschi di gelateria siti sulla pubblica piazza sia l’attività di ristorazione negli chalet sul lungomare (il fatto che quest’ultimi chiudano da settembre a maggio, poi, è un ulteriore segnale di scarsa attenzione alle moderne esigenze ed opportunità turistiche)

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