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12 thoughts on “Sono 48 i comuni marchigiani senza una filiale di banca

  1. Informazioni importanti, soprattutto per la loro completeza statistica. Ora la questione è una sola: perchè le banche, più o meno locali che siano, non hanno sportelli in queste località? Forse perchè troppo piccole e percio per loro poco o nulla redditizie? Forse perchè lì hanno pochi clienti che… contano? Una risposta la CNA dovrebbe averla, visto che spesso suoi uomini siedono nei consigli di direzione di certi istituti di credito. Poi, considerando che le banche sono aziende private, va anche detto che la sopravvivenza di certe località dipende dall’assensa dei servizi pubblici, degli uffici postali, dei medici di famiglia, dei trasporti pubblici, perfino delle scuole. E questi “tagli” sono risultato di scelte politiche e non di bilanci bancari.

    1. una volta c’era la Cassa di Risparmio della Prov.di Macerata che,sorta dalla fusione di Casse locali che andavano dalla montagna alla costa e che avevano una rete fitta di filiali,ha dovuto lasciare in vita tutta questa rete,riuscendo a fare corposi bilanci compensando la redditività delle piccole con quella delle più grandi ed avendo di fatto il monopolio dell’attività creditizia.Quando è scomparsa per il noto fallimento,assorbita da grossi Istituti questi hanno abbandonato i piccoli centri non sufficientemente redditizzi tenendosi le piazze migliori,anzi facendo scremature,come a Recanati.Sono le leggi che regolano il capitalismo privato,la fondamentale delle quali è il massimo profitto,senza nessuna attenzione per gli aspetti sociali.La necessità di rivedere questo modello economico incomincia ad esser sentita da non pochi.

      1. Tutto vero. Solo che negli anni tanto associazioni imprenditoriali come la CNA, quanto soprattutto le Amministrazioni comunali coinvolte, hanno dimostrato superficialità non chiedendo conto alle banche del loro comportamento. Chi è venuto dopo Banca Marche, qualunque sia stata la loro… insegna, ha beneficiato largamente delle risorse economiche del territorio, del risparmio dei cittadini, delle operazioni di negoziazione di mutui e prestiti con gli stessi Comuni. Ma proprio questi ultimi hanno chiuso un occhio, anzi due, accontentandosi di briciole come quattro giochi per la scuola materna o un piccolo prestito per la società sportiva. E qua non c’entra il “capitalismo”, quanto l’incapacità di guardare oltre il proprio Comunello e conoscere un po’ le dinamiche economiche, che per le grandi banche non guardano certo i bisogni delle località dell’entroterra marchigiano.

  2. Lo capite o no he aprire una filiale sono solo costi!!!
    La luce il riscaldamento l’affitto del locale le linee telefoniche il personale hanno costi solo costi ed in un mmento in cui molti servizi a partire dal bonifico si possono fare on line tenere filiali in posti sperduti è una perdita!!
    O altrimenti siete disposti a pagare un costo superiore la tenuta del conto con in cambio il servizio della filiale nel paesello?

    1. Adesso dovremmo credere che le banche se la passano male? Quanto costa al cittadino un conto corrente su cui far arrivare stipendio o pensione? Quanto costa fare un bonifico? Quanto costa mensilmente avere il bancomat o la carta di credito utile per fare spesa anche al supermercato sotto casa?
      Via, non prendiamoci in giro.

    2. Commento da ‘Bar dello sport’, a dir poco insulso.
      Prima di far fare inutile esercizio ai polpastrelli prova a 1) distinguere tra i costi (per la realizzazione di un bene e/o un servizio, posta che qualsiasi azienda deve mettere in conto) e le perdite (che si manifestano quando i guadagni derivanti dalla vendita dei beni e/o dei servizi sono inferiori ai costi, dunque sono il risultato della gestione economica), 2) considerare sia la geomorfologia marchigiana (contraddistinta da colline e valli, parte dei quali anche in zona montana o pedemontana, condizione che rende oggettivamente assai disagevoli gli spostamenti, sia l’età avanzata di una parte consistente della popolazione (spesso neppure dotata di un’istruzione adeguata) sia, infine, la non totale copertura internet del territorio.
      Tutti i suddetti fattori dovrebbero farti comprendere che a) l’accesso esclusivamente telematico ai servizi bancari, allo stato, non solo costituisce mera utopia ma, soprattutto, penalizza in modo assai elevato una larga fascia della popolazione, per giunta la più debole e b) che i servizi ‘tradizionali’ di sportello potrebbero certamente (e sottolineo certamente) essere erogati senza incorrere in perdite se solo si perseguissero obiettivi economici non necessariamente stratosferici e, soprattutto, se i responsabili di tali decisioni agissero in modo onesto e lecito (ogni riferimento ai recentissimi fatti di cronaca regionale non è casuale, ancorché meramente emblematico: basti pensare a quante vicende giudiziarie in campo bancario, sia fallimentari che penali, hanno avuto luogo in Italia nell’ultimo ventennio)

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